Psicologia

Laerte: riflessioni sul cambiamento

Qualche sera fa ho guardato il docufilm “Laerte-se” che narra in prima persona le vicende della fumettista brasiliana Laerte Coutinho. Laerte, all’età di 60 anni, decide di presentarsi al mondo come donna, rinasce donna imparando a truccarsi, a depilarsi e a vestirsi da donna dopo una vita “al maschile”. E’ stata definita da alcuni “la rivoluzione incarnatasi in una persona”. La rivoluzione scorre dentro le sue vene, si muove sotto la sua pelle, esplode nei suoi lunghi capelli biondi e pulsa nel suo petto. Quanto coraggio ad affrontare una trasformazione di questo genere in una fase della vita solitamente di poco precedente a quella del bilancio e dell’assestamento finale. Erik Erikson dai 65 anni in su parla di “Integrità dell’Io vs. Disperazione” (alla base della sua concezione di sviluppo troviamo un conflitto tra due istanze caratteristiche di una determinata fase, il cui superamento determina le modalità in cui si affronterà la fase stessa e i momenti successivi) e Laerte, tra le due, sceglie una terza via che è quella della rinascita. Una rinascita che è a tutto tondo e si riversa anche nelle sue opere fumettistiche. Non rinnega il suo passato di uomo, ma da ora in avanti è anche donna. Il suo corpo porta i segni di essere uomo e donna allo stesso tempo e lo fa con naturalezza, tanto che nella scena finale si ritrae nuda e senza imbarazzo si muove davanti alla telecamera. Si riflette con Laerte e grazie a Laerte sul tema dell’identità, sempre caro agli psicologi. Che significati porta con sè l’essere uomo o l’essere donna? E cosa significa sentirsi donna imprigionata in un corpo d’uomo (o viceversa)? Qual è il corpo che ci fa stare bene? Quanto coraggio ci vuole a riconoscere che la biologia non sempre corrisponde alla psicologia? Laerte ci insegna che un cambiamento di paradigma è possibile, non solo a venti o trent’anni, ma anche superati i sessanta. Volersi bene vuol anche dire potersi autorizzare a cambiare, ognuno a suo modo, ognuno con i suoi tempi. Impariamo insieme a lei a non dare nulla per scontato: imparare a indossare il reggiseno o camminare sui tacchi sono solo la manifestazione esteriore di un cambiamento profondo d’identità che asseconda la sua inclinazione ad essere una “Lei” e non più un “Lui”. Non tutti si trovano ad affrontare cambiamenti identitari di questa portata, ma le transizioni nella vita sono comunque tante: da bambini ad adolescenti, da adolescenti ad adulti, da adulti ad anziani. Oltre alle transizioni evolutive fisiologiche, che volenti o nolenti tutti noi dobbiamo affrontare, ci sono poi passaggi più delicati dati dal diventare coppia, genitori, lavoratori, pensionati o al negativo separarsi, perdere un figlio, diventare vedovi, perdere il lavor.o, affontare una malattia, Anche questi sono cambiamenti che possiamo imparare ad affrontare in modo rivoluzionario, come Laerte ci insegna, e con l’obiettivo di raggiungere un maggiore livello di benessere riappropriandoci della nostra identità in tutte le sue sfaccettature. Ognuno poi trova le sue modalità per farlo, o da solo o con l’aiuto di un terapeuta. Laerte usa terapeuticamente il fumetto, a mio parere, per dare voce ai suoi vissuti, e lo fa in un modo magistrale.

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