Un viaggio in auto, Spotify che suggerisce brani e diventa complice di riflessioni, la voce di Finardi che racconta l’amore e stimola pensieri clinici.
Ascoltando la canzone “Patrizia” mi trovo a ragionare su quanto spesso le coppie che arrivano in terapia hanno negli occhi e nel cuore solo ciò che dell’altro non va bene, ciò in cui l’altro è cambiato in negativo, i difetti, quello che è peggiorato. Si rincorrono i J’accuse reciproci, si dà per scontato il bello dell’altro, ciò che innamora, a fronte dell’elenco di cosa invece non va più.
In realtà il fatto stesso di intraprendere la terapia presuppone che il sentimento, magari sepolto sotto tutto ciò che di negativo può elicitare una relazione che non funziona (distanza, ripicche, tradimenti, dispetti, non considerazione etc), ancora si intravede. E qualora insieme si identifichi non più in amore, ma in un bene che amore non è più, si può scegliere insieme di separarsi, ma di farlo in modo armonico e rispettoso, anche con l’aiuto del terapeuta.
Nei ragionamenti che durante una terapia di coppia emergono però, oltre a ciò che c’è di negativo, il terapeuta aiuta ad illuminare anche ciò che rafforza l’amore, “quella percentuale di sicurezza e di sentimento, spesso coperta dalle quotidianità, dalle incomprensioni, dagli innervosimenti”, racconta un paziente.
Tutti questi pensieri accompagnano il primo ascolto della canzone, quindi poi la faccio ripartire e penso al dono che si fa al partner anche dando voce a ciò che si ama di lui. Sicuramente queste cose passano anche nell’agire di tutti i giorni, nel non verbale, nei vari “ero al supermercato, ho visto questo e te l’ho preso perchè so che ti piace”, nelle attenzioni, nell’ascolto. Ma le parole rendono ancora più pregnante il messaggio e parafrasando gli antichi “gesta volant, scripta manent”. Dare voce a ciò che si ama e dirlo, o scriverlo al partner, può essere uno dei compiti che si affrontano in terapia o una delle riflessioni che insieme si co-costruiscono. nella stanza delle parole.
Ormai sta finendo anche il secondo ascolto, e poi ce ne sarò un terzo e un quarto ancora…
Trovo particolarmente d’impatto il ritornello “Io ti amo per come mi ami tu” perchè sintetizza l’essenza relazionale del sentimento amoroso, il legame, l’interdipendenza che si crea tra i partner per cui ciascuno si autodefinisce anche in base a come è “visto” dall’altro. Nello sviluppo cresciamo in un mondo di relazioni e le relazioni primarie portano alla costruzione del proprio sè, la sicurezza del legame passa anche attraverso il modo in cui si è negli occhi e nella mente dell’altro (prima genitore e poi partner). Anche la regolazione degli stimoli passa inizialmente attraverso un’eteroregolazione, ossia una regolazione che passa attraverso l’altro e dall’altro viene mediata.
Ma come si fa a a raccontare il proprio amore? Non ci sono modi giusti o sbagliati, ciascuno trova il suo modo speciale. Eugenio mette in parole il suo amore per Patrizia e lo fa in modo delicato e concreto (come tra poco vedremo), ma anche Paolo può raccontare il suo amore per Lorenzo, Chiara il suo sentimento per Massimo, Aurora quello che sente per Giulia.
Riascoltiamola ancora…
Hai il cuore pulito
Come appena nevicato
Ma caldo e forte
Come un cavallo imbizzarrito
Che ti fa capace di arrabbiarti
Poi subito di calmarti
Si amano dell’altro anche i contrasti, non solo gli aspetti che evocano dolcezza, ma anche quelli che hanno la sfumatura della rabbia.
E che di amarmi
Non ha mai dubitato
Un aspetto fondamentale è la sicurezza del sentimento amoroso.
E amo il tuo sapore
Di fragole e di panna
D’estate d’erba appena calpestata
Ti amo perché sei solare
Perché ti so capire
Aspetto chiave che spesso viene descritto come manchevole è la comprensione, donne o uomini che si dichiarano non capiti, non compresi dall’altro, come se parlassero due lingue differenti. Il dichiarare che si comprende l’altro è frutto di una riflessione su di sè che permette di mettere da parte le proprie chiavi di lettura e integrarle con quelle dell’altro che piano piano si conosce in tutti i suoi tratti.
Ti amo per come mi ami tu
Io ti amo per come mi ami tu.
Hai gli occhi verdi come il mare
Di un atollo tropicale
Aperti come il cielo delle praterie
Occhi senza male
Che non san nasconder niente
Nemmeno quanto
Tu sia intelligente
E senza dubbio l’aspetto fisico può avere il suo peso nella scelta del partner. Non nella ricerca di uno stereotipo di bellezza, ma in parti dell’altro che ci innamorano. C’è chi ama gli occhi, come Finardi, chi è attratto da altri dettagli o dal modo di muoversi nel mondo. Riconoscere ciò che dell’altro ci piace, e continua a piacerci dopo anni, rafforza il sentimento. I capelli imbiancano, qualche kilo in più si accumula, le rughe possono iniziare a solcare i visi, ma quello che innamora resta.
E amo il tuo sapore
Di fragole e di panna
D’estate d’erba appena calpestata
Ti amo perché sei solare
Perché ti so toccare
Ti amo per come mi ami tu
Mi piace di questa strofa l’ultima parte perchè interpreto il “ti so toccare” non solo come un toccare erotico, ma come un “ti so prendere”, so rallentare per starti al fianco quando stai prendendo fiato e so correre con te quando gli eventi portano a richiederlo. So modulare il mio tocco ed essere lieve come una piuma o forte come una morsa, a seconda delle circostanze e del sentire cosa arriva dall’altro e come questo si armonizza con quanto si sente dentro.
Ti amo perché sei una donna
Ma anche un vero uomo
Un’amica un socio
A volte un maggiordomo
Perché giochi tutti i ruoli
Ma ti piaci in uno solo
Quello di donna
Con vicino il suo uomo
Tema che spesso ricorre è quello dei “ruoli” all’interno della coppia e questo spesso riecheggia con sovrapposizioni del tipo “sei come tua madre” o “non sono tua madre, ma tua moglie!” e tutto il catalogo di proiezioni che offuscano il vedere l’altro come semplicemente è, in quanto donna (o uomo) con accanto il suo partner.
E amo il tuo sapore
Di fragole e di panna
D’estate d’erba appena calpestata
Ti amo perché sei solare
Perché sai far l’amore
E in ultimo, ma non per importanza, la componente sessuale. Le coppie in crisi, nella maggior parte dei casi, non hanno una sessualità soddisfacente o lamentano di non riuscire a lasciarsi andare proprio perchè incastrati in tutto ciò che non va tra loro e quindi anche questo diventa poi elemento da aggiungere all’elenco di recriminazioni. Mantenere viva una buona qualità dell’intimità diventa pertanto protettivo della salute stessa della coppia.
Ti amo per come mi ami tu
Io ti amo per come mi ami tu
Io ti amo per come mi ami tu
E cosa fare quando da soli non riusciamo più a vedere tutto questo bello che l’altro è e ci dà? Una possibilità è quella di intraprendere il viaggio della terapia di coppia e provare a far ripartire il fuoco da ceneri che sembrano spente ma che ancora portano calore. La terapia può diventare quel soffio che stimola le ceneri a incendiarsi e tornare ad essere fuoco, o d’altra parte a potersi dire che quel fuoco ha fatto il suo tempo e lo si lascia spegnersi in modo naturale e senza il rimpianto di non averci provato.