Grazie ad una riflessione iniziata con una paziente e continuata poi nelle ore a seguire, mi trovo a pensare a quanto a qualche livello inconscio il disneyano “e vissero per sempre felici e contenti” sia incarnato in noi e impatti negativamente con separazioni armoniose o con le chiusure delle relazioni. Da bambini abbiamo imparato che, dopo mille peripezie, l’amore trionfa e quando il principe sposa la principessa questa unione sarà “per sempre” e per sempre sarà “felice”. Biancaneve e il suo principe, la Bella con la Bestia non più bestia, Aladdin e Jasmine, Ariel e il principe Eric… nell’immaginario dei bambini ogni coppia ha continuato ad amarsi in eterno sperimentando solo la gamma delle emozioni positive.
E se Aladdin in realtà dopo qualche anno avesse iniziato a cercare altrove l’affetto che Jasmine non gli dava più? Se Biancaneve si fosse stufata del principe? Se Bella, presa dalla gestione dei figli, si fosse dimenticata di essere anche donna e moglie? Se il principe Eric si fosse a un certo punto mostrato così egocentrato da portare Ariel a non sentirsi più amata? Se fossero sopraggiunte ingerenze da parte delle famiglie d’origine? Problemi sessuali? Mancanza di dialogo? O se ancora, più semplicemente, l’amore si fosse spento?
Nella formula “e vissero per sempre felici e contenti” due sono gli aspetti che andrebbero riattualizzati: il “per sempre” e “felici e contenti”.
Quanto sarebbe più moderna e calata nella realtà una dicitura della serie “e vissero per alcuni anni della loro vita potendo sperimentare tutta la gamma delle emozioni”… certo sarebbe stata una chiusa meno armoniosa e melodiosa, ma sicuramente più reale. E si … perché il “per sempre” in realtà è più un “per un po’ di tempo” perché poi si cambia, succedono cose, si cresce, cambiano le priorità e la chiusura non deve per forza essere vista come qualcosa di negativo. Discorso analogo per le emozioni….si tratta di fiabe, fiabe per bambini, quindi il positivo è sovrarappresentato… ma una coppia che funziona bene sta stare anche nelle emozioni più negative come rabbia e tristezza, senza spaventarsi o venirne annientati.
Questa riflessione vuole poter sottolineare come elementi di tipo culturale, come questi, siano parte di noi e possano in qualche modo guidarci nelle scelte o nel modo di affrontare la nostra vita. Ovviamente tutto ciò agisce a un livello totalmente inconscio e inconsapevole, ma riconoscerlo può essere un primo passo per autorizzarsi a legittimare l’unicità della propria storia e anche della separazione come percorso di crescita.
Pertanto l’augurio per i principi e di trovare principesse con cui essere felici, talvolta anche tristi, in certi momenti anche arrabbiati, per poter trascorrere un pò di tempo insieme, che può essere un giorno, un mese, un anno, o un “per sempre”… ma se non è “per sempre” non è per questo motivo qualitativamente inferiore!