Cinema e psicologia

L’isola delle rose

“L’importante è cambiare il mondo, o almeno provarci”

Un sogno, una favola, un’utopia, un progetto folle.

Giorgio costruisce la sua isola per fuggire dalla realtà, per crearsi un mondo alternativo.. per differenziarsi? Forse si.. forse è parte del suo processo di individuazione e di crescita, portato all’ennesima potenza. Prende le distanze dalla società in cui vive per farsi governatore della sua isola, “L’isola delle Rose”.

Nel suo ideale quella diventerà una nazione indipendente e fa squadra con altre personalità allo stesso modo geniali e folli per portare avanti la sua idea di mondo nuovo.

Una storia vera che sembra quasi un racconto di formazione. Il sogno di Giorgio sarà destinato ad affondare sotto le pressioni del governo italiano, impegnato nell’unica missione di invasione che possiamo ricordare.

Quel che resta della piattaforma è l’averci provato, aver seguito un’ideale, non essersi fermati agli impedimenti fisici, essersi ribellati (in completo stile sessantottino) ma nella legalità di un progetto folle, ma regolare, tanto da esser riuscito a muovere le organizzazioni internazionali.

Cosa impariamo da Giorgio?

Impariamo a seguire i nostri sogni, anche quelli più folli.

Impariamo a credere in un cambiamento.

Impariamo a non demordere.

Impariamo a non arrenderci.

Impariamo ad avere fiducia in un futuro migliore.

Da vedere bevendo un Cynar e lasciandosi travolgere dall’entusiasmo della follia, trascinati dalle musiche indimenticabili di quegli anni fino sull’Isola delle Rose. Buona visione!

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